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CHI SI VEDE

27/12/2017

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Fuori nevica. Anzi, non smette.
Da ieri notte sta cadendo senza tregua, copiosa e abbondante. 
​
V'è per certo che se lo spazzaneve non girerà prima di sera, non ci sarà modo di tornare. 
Le strade sepolte da più di mezzo metro di coltre bianca, soffice come nuvole in quota.
Niente di grave: la stube è accesa, legna non manca.
I boschi d'intorno, quassù, ammutoliti come in un presepio, la notte di Natale.

Niente di meglio che questa cornice, isolata e amena, per riprendere in mano uno dei migliori  amici.
Un libro. Certe vecchie compagnie non tradiscono mai.
“Elogio dell'inconscio. Dodici argomenti in difesa della psicoanalisi”, di Recalcati.

Più che una difesa corporativa, la difesa di un'etica della responsabilità, di una teoria critica della società di cui ancora oggi ve n'è un gran bisogno. 
Con Freud, l'Io “non è più padrone in casa propria”.  
Nel senso che un'altra ragione esige di essere riconosciuta; lo spossessa dei suoi poteri, lo obbliga ad ascoltare una voce diversa: quella dell'inconscio. Un sapere che non ha nulla di mistico o di abissale, non è senza fondo. 
Semplicemente, è rivelatore infallibile della verità del Desiderio.

Alcuni passaggi sono lampi di luce:
“Uno degli insegnamenti capitali dell'esperienza analitica è che solo l'”impuro” sa genuinamente perdonare e provare autentica gratitudine perché può saper distinguere la gratitudine e il perdono da ogni forma di giudizio morale in quanto ha conosciuto, nella sua analisi, il reale del male come una parte di sé. I “puri” sono invece tendenzialmente supponenti, tendono a rigettare l'impuro nell'Altro, preferiscono difendere l'identità preziosa della propria persona anziché contaminarsi con l'esperienza del desiderio”.

Qual'è la caratteristica maggiore del desiderio freudiano?
La sua indistruttibilità.
Non può essere governato, misurato, addomesticato, esorcizzato.
Non può essere distrutto.

Tuttavia, a differenza dell'istinto animale, pulsionale, il desiderio umano non punta al suo soddisfacimento immediato, quanto alla realizzazione di legami, imprese, relazioni con l'Altro.

Il desiderio esige di non essere dimenticato, e il prezzo di questa dimenticanza si chiama sintomo.
In un certo senso, nella lettura di Lacan, il termine desiderio appare sovrapponibile a quello di “vocazione”.

Ok, lancio uno sguardo fuori dalla finestra.
Ormai è buio, tuttavia le ombre della sera non riescono a prendere il sopravvento sul chiarore di questa neve scintillante; basta la luce di un lampione, laggiù in fondo alla strada.
Specie a queste quote, l'aria sottile si stringe molto volentieri a braccetto con una minima scintilla o chiarore, godendo di una trasparenza che conosco solo in questi posti.
Forse assomiglia alla verità del linguaggio inconscio. 
All'inevitabilità di certi sogni, al sortilegio di alcuni lapsus. 
Al mistero di certe dimenticanze o atti apparentemente “impulsivi”.

Arde ancora qualche brace, nella stube. 
Vi getto un altro tronco, a ravvivare il fuoco.
​
Non so se desidero davvero passi lo spazzaneve, prima di notte.

​   - riders on the storm -

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CHI BUFALA AVVELENA ANCHE TE

10/12/2017

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Un ventisettenne, descritto come particolarmente introverso e isolato, compra di nascosto una quantità di Tallio - veleno topicida particolarmente tossico - con la deliberata intenzione di sterminare i propri familiari, nel suo delirio definiti “impuri” e fonte di tutti i mali. 
Riesce a farne fuori tre.

Un'agenzia russa di San Pietroburgo (l'ex Leningrado) diffonde ad arte fake news al fine di condizionare consultazioni democratiche in Europa e in Italia, ad uso dei partiti “antisistema”. 
Quelli del “mandiamoli a casa tutti”, del “ci hanno rovinati”, del “è tutta colpa loro”.

Dal 2015 la East StratCom, la task force messa in piedi dalla Ue per andare a caccia di bufale made in Russia, ha catalogato 3.300 false notizie diffuse in 18 lingue. 
Esempi? Il presunto referendum pronto per essere indetto in Irlanda all’indomani della Brexit,  la possibilità che una vittoria del sì al referendum nei Paesi Bassi sull’accordo UE-Ucraina avrebbe provocato una serie di attentati in Olanda, le improbabili dichiarazioni salvifiche di Putin sull'economia italiana, ecc...

L'ingenuo - altri usano il termine webete - beve.
Generalmente chiuso nella propria stanzetta, al di fuori di qualunque confronto o impegno politico diretto. Una sorta di godimento auto-erotico, spesso compulsivo, teso alla ricerca della “notizia” più velenosa di tutte. Più distruttiva, più accusatoria.

E poi distribuisce (oggi si dice: “linka”). 
Tramite copia-incolla, colto da un apostolico afflato al convincimento altrui.
Ben lungi dal premere prima un paio di tasti sul medesimo suo smartphone, giusto a titolo di verifica sulla verità e attendibilità di quanto sta per diffondere.
Cioè inquinando. Avvelenando. 
Attuando in tal modo una vera e propria “coazione a ripetere”. Tossicissima.

Cosa accomuna psicologicamente questi sorseggi di frustrazioni, appoggiati al collaudato meccanismo dello sguardo paranoide?

Lo sproporzionato potere che ha l'inquinamento, sulla pulizia.
La scandalosa facilità con la quale per uccidere un uomo basta un istante, mentre per costruire una vita, un'intelligenza, nove mesi più infiniti altri scalini da salire.
Per macchiare un candido  lenzuolo è sufficiente una cacca di mosca.
Per ammazzare un uomo - azzerare un'esistenza - uno stupido proiettile.

Il 1920 segna una svolta fondamentale nel pensiero di Sigmund Freud.
Sono gli anni successivi al terribile primo conflitto mondiale. Freud era troppo anziano per parteciparvi, ma non i suoi figli maschi: Oliver, Ernst e Martin. 
I primi due combatterono sin dall’inizio e per tutta la durata della guerra, mentre Martin fu richiamato in un secondo momento. Poi fu dato per disperso. In realtà era prigioniero in Italia; fu in seguito liberato, nell’Ottobre 1919.

Freud scopre in quegli anni che l'equilibrio psichico gioca su istinto alla vita (eros) e istinto alla morte (thanatos).
I due hanno pari importanza. 
L'uomo non cerca solo il piacere, ma in fondo agogna la propria morte come ritorno allo stato iniziale di non vita.
Cioè a quello stato “assoluto” da cui tutti originiamo.
Una sorta di nirvana orgasmico, la cui ricompensa sembrerebbe consistere nell'estinzione di ogni disagevole tensione.

Altri, dopo di lui, hanno descritto la spinta alla "felicità nel male" come animata da un desiderio di godimento che nella distruttività trova una forma di piacere.

Vivesse oggi, credo Sigmund non trascurerebbe certo i Social Network, oltre all'interpretazione dei sogni, i lapsus e gli atti mancati.
E forse, prima di una lunga psicoterapia, consiglierebbe come “rinforzo dell'IO” un semplice ordinario click a un sito tipo: “www.bufale.net”. 

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    Noneto Circin

    La parola, il suono, l’immagine, sono l’oggetto dei miei interessi nel tempo libero. 
    A volte, tentano di diventare voce. 
    Nella scrittura, nella musica, nella fotografia. 
    Per passione, per divertimento.
    Insomma, per una delle cose più serie nella vita: il gioco. 
    Tramite i tasti di un pianoforte, una penna che scorre veloce, le lenti di un vecchio obiettivo. 

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