CAVàRSE FòRA
Sì, lo ricordo nitidamente. Come l'odore dei “capetóni" esplosi, che restava nell'aria quando sparavi con la pistola giocattolo. O la deflagrazione delle "bombette" cui attaccavi fuoco nella miccia, col "fuminante". Le andavamo a prendere da Goti. Praticamente, lo Shopping Center del paese. Giusto comodo in piazza, dove nelle sere di prima estate ci rincorrevamo a "L'Uomo Nero". L'occasione per qualche bella “smoltonàda” tra maschi. Per le coccole alle ragazze, invece, ci sarebbe stato tempo, più avanti. Da Goti: ci sono rientrato l'altro giorno. E' rimasto uguale, identico a come lo ricordavo alla fine degli anni '60. Ci trovi ancora tutto, pure il muschio per il presepio. Ai tempi delle scuole elementari, sentirsi dire "Càvete fòra" (distinguiti dalla massa) era un complimento. Un tipo "Cavà Fora”, in sostanza, non era il tipico volgare uomo della strada. L'agricolo, il tipo da bar che ingannava le ore a battere la carta. O a sberegàre, sempre al bar, antica versione del postare commenti ebeti in Facebook. Un tipo "Cavà Fòra”, insomma, non era il tipico "boaro". Da ragazzini ci si prendeva in giro anche su questo, mica no? Anzi: ci si "cojonava", per restare nella succulenta e più pregnante dicitura lessicale basso-veneta. “Cavàrse fòra”. Oggi, invece, mi pare che la regola sia esattamente opposta. Uniformarsi. Stare nel novero del cosiddetto “popolo”. Leggo in un post – e chi lo scrive è un musicista vero, un fine maestro di canto – che le giurie dei “Talent” saranno prossimamente composte non in base alla competenza e provata professionalità dei giurati, ma dai “cantanti” che oggi vanno per la maggiore esclusivamente in base al numero dei “like” e dei “followers” che contano nei Social. Perché? Solo per fini commerciali, obviously. Vuoi mettere ascolti, e conseguenti introiti, che ti assicura uno Sfera Ebbasta, anche se è un cantante per disperati, rispetto ad un artista vero e intelligente? Ovviamente, il maestro nel suo post parla scandalizzato di tutto ciò, inorridito e deluso da tanto appiattimento e volgarità. Volgarità, appunto. In senso etimologico. Sarà anche per questo che, appena posso, scappo quassù. A cavàrme fòra. - uno su mille ce la fai - |