Dicono sia inutile, fors'anche ridicolo a volte, disquisire sul sesso delle creature celesti. Ciò che io so per certo, è che da ieri pomeriggio ne vola in cielo una di leggiadra. Probabilmente già nel nome che portava, le righe sottili di un destino già scritto.
Credo non ci metterai più di un istante, cara Mariangela, a raccogliere anche lassù un nugolo di scolaretti sotto le tue ali. Sicuramente molti, tra quelli annegati in mare in questo tempo, o portati via da una di quelle malattie assurde e senza risposte come quella che ha ghermito anche te, o schiacciati sotto le bombe di qualche guerra fratricida ordita dall'uomo fisicamente ed economicamente “sano”. Non c'è dubbio che quegli angioletti godranno dello stesso impegno e dedizione che generazioni di nostri figli hanno conosciuto, qui in paese.
Negli ultimi tempi, era come se ci guardassi da una finestra sul cortile. Udivi tutto, comprendevi ogni cosa, ciascuno osservavi con interesse e attenzione. Come una mamma, come una maestra premurosa.
Ma non potevi parlare, più. Le tue pupille attraverso un dispositivo elettronico, a comporre frasi, messaggi, saluti. Auguri e speranze, oltre l'orizzonte. Oceani di pensieri silenziosi, che riusciamo solo a immaginare.
Ciao, Mariangela. Basterà ripensare all'esempio che ci hai dato, per continuare a sentirti sussurrarci piano, dai tuoi splendidi occhi color del cielo, le cose vere, le cose buone della vita. Dentro la frenesia di quest'esistenza sempre di corsa e rumorosa, riusciremo più forte ad ascoltarti.
Specie quando si fa sera. Inesorabilmente, per ciascuno.
Come in quella canzone della tua amata Mannoia, sì. L'ora muta, delle fate.
luglio 2016
Noneto Circin
La parola, il suono, l’immagine, sono l’oggetto dei miei interessi nel tempo libero. A volte, tentano di diventare voce. Nella scrittura, nella musica, nella fotografia. Per passione, per divertimento. Insomma, per una delle cose più serie nella vita: il gioco. Tramite i tasti di un pianoforte, una penna che scorre veloce, le lenti di un vecchio obiettivo.