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RAIxE

“Farseo de legno!”.
Questa la rispostaccia burbera che ci sentivamo ripetere dagli adulti, quando da ragazzini esprimevamo un desiderio indisponibile.

Già: nella gente del profondo Veneto non sono mai stati l'ingegno e l'operosità, i tratti latitanti. Conditi da una dose di orgogliosa indipendenza, che nelle feste comandate sapeva colorarsi di accesa partecipazione.

Mi è capitato di trascorrere una domenica tra i borghi di un villaggio friulano, dove ho respirato profumi di resina e buon formaggio fuso, assieme all'entusiasmo che solo gli eventi memorabili - cui ci si prepara lungo tutto l'anno - sanno infondere.

Ho rivisitato l'arte antica di uno dei mestieri più nobili al mondo.
Del Geppetto di Collodi, di Giuseppe il carpentiere in Palestina, dell'Antonio Stradivari che dalle tavole di abete rosso della Val di Fiemme ha saputo confezionare strumenti sì mirabili da consentire al suono di partorire ininterrottamente stupore e meraviglia.
Talvolta, estasi.

Ho incontrato persone intente a dimostrare il gusto che il lavorare con passione riserva e dischiude.
Mamme e ragazzine offrire i prodotti della loro pasticceria domestica.
In una silente gara dove la tenzone si misura dalla fila di persone in attesa ai rispettivi banchetti e porticati.

Prelibati Cjarsons e il sostanzioso Frico. Abbinati a un calice di rosso da cui promanano le note aromatiche del fieno, dei fiori di campo, del timo.

E poi le fisarmoniche. Le poderose Hohner tedesche, con quell'inconfondibile registro musette. Indispensabile alle polche folkloristiche nelle terre di qua e di là del Danubio. 
Irrorate da boccali di traboccante birra bavarese.

Quindici metri dirimpetto, le marchigiane di Castelfidardo.
A ribadire che le mazurche valligiane non arrossiscono, di fronte a cotanta esuberanza.

Ho capito allora che l'espressione “Farseo de Legno” può non essere molto dissimile da una formula alchemica.
Utile nei quattro giorni di cui disponiamo, a passeggio su questa terra.

Gli ingredienti?
Ovviamente, non tutti noti.
Non tutti, rivelabili.
Una dose di segretezza appartiene - racchiusa inaccessibile - al mistero dell'arte.

Alcuni, però, su e giù per le stradine di Sutrio, mi è riuscito di sbirciali.
A carpirli.
I loro nomi?
​

Inventiva.
Entusiasmo.
Genuinità.

- per fare un tavolo ci vuole un fiore -

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