Punta dritto alla mitologia greca!
Classico non delude, mai.
E' del 2009, questo luminosissimo museo ai piedi dell'Acropoli.
Progettato nella ristrutturata versione attuale da un architetto svizzero, Bernard Tschumi, consente allo sguardo di balzare in un lampo dalle statue esposte ai piani direttamente al marmo pentelico dello splendido Partenone, e a quello dello sfavillante tempio di Atene Nike, trenta metri a fianco. Attraverso enormi pareti, interamente di cristallo.
V'è da dire che qui ad Atene è rimasto ben poco dei due frontoni, considerati i capolavori di Fidia e della scultura greca classica in generale, dato che in gran parte questo preziosissimo materiale se lo sono accaparrato gli inglesi, negli anni del colonialismo.
Patrimoni non di uno stato, ma dell'umanità. Attualmente visibili al British Museum di Londra.
In ogni caso, anche dalle ricostruzioni, chi vedi spiccare maestoso al centro del gruppo scultoreo?
Zeus, non esattamente il ritratto del buon padre di famiglia.
Tanto per dirne una, sposato ufficialmente con la sorella Era, la Giunone dei romani, trovò il tempo di mettere incinta - tra diverse altre - anche l'altra sorella Demetra; che partorì Persefone, la dea delle stagioni.
Per tacere delle sue relazioni omosessuali, come quelle con Ganimede o Euforione.
Insomma, un vero e proprio queer (tanto per farsi capire dai Millennials) ante litteram.
Zeus, il capo delle divinità dell'Olimpo.
La vita amorosa, nell'antica Grecia, è raffigurata in molti e diversi modi. Statue, vasi, dipinti.
Gli dei e gli eroi appaiono pieni di debolezze e sbagliano, e soffrono, in amore, allo stesso modo dei mortali. Trovi filosofi profondamente immersi nelle loro elucubrazioni che cercano l'amore, il piacere della vera felicità.
Trovi donne in solitudine, ma desiderose del bene più agognato: il matrimonio, la famiglia.
E donne libere di offrire i loro corpi in uno scambio o dietro pagamento, in un quadro giuridico strettamente definito. Al pari della pedofilia.
Poi le prostitute del tempio, le cortigiane, le concubine; donne di scarsa cultura, donne di grande cultura, donne potenti, donne miserabili.
Omosessuali, cisgender e transgender.
A fronte di tanta eccedenza, chiunque si occupi oggi a livello professionale di sessualità può confermarlo: una delle urgenze contemporanee si chiama “calo del desiderio”.
Ma come?
Nell'era web, del tutto-in-rete?
Mica siamo più negli anni '60, dove se da ragazzino bramoso cercavi di raccattare qualche sparuta informazione, illustrazione o indicazione sul tema del "come si fa", oltre al classico passaparola (“feedback”, per i Millennials) dovevi per forza recarti furtivo in qualche lontana edicola. O approfittare del mensile taglio di capelli dal barbiere del paese - pagato dalla mamma - dove le rivistine porno, perlopiù a fumetti, infallibilmente giacevano a disposizione sul tavolino, davanti alle poltroncine d'attesa. A “portata di mano”, insomma...
Che poi, "calo del desidero", che significa?
Vuoi bene al tuo partner, ma non provi la stessa attrazione fisica di un tempo?
Hai voglia di fare l'amore, ma temi che non andrà poi secondo quanto tu o il tuo partner si aspetta?
Hai una attività sessuale anche frequente, ma non riesci a provare piacere?
Sembra impossibile, ma è così: la consulenza e la terapia sessuale vedono attualmente in cima alla classifica le richieste di coppie che si lamentano perché “non è più come prima”.
Dall'antica Grecia all'era delle neuroscienze, possiamo finalmente dire di avere a disposizione qualche strumento in più per comprendere- e migliorare - problematiche moderne all'interno di temi eterni, ricorrenti già dai tempi di Omero: la passione, l'impegno, l'intimità.
Conosco una giovane e brillante ricercatrice americana, che lavora negli States come consulente formatrice: Emily Nagoski del Kinsey Institute. Ha pubblicato su questi argomenti dei dati molto interessanti. Ad esempio quelli sul funzionamento del cosiddetto sistema “freno-acceleratore” nel cervello emotivo.
Da un suo recente e consigliabilissimo lavoro, pubblicato anche in Italia con il titolo originale: "Come as you are", traggo la descrizione di come funziona la corteccia mesolimbica. Questo il nome di una delle strutture cerebrali la cui scoperta ci ha consentito una delle distinzioni scientifiche più produttive in ambito sessuologico: quella tra “desiderio sessuale” e tre sue diverse componenti:
- godimento
- aspettativa
- voglia
Pensa a una più che ricorrente scena di questo genere. Chiamiamoli anonimamente, per esigenze di blog rispetto privacy nella protezione dell'identità, Fabio e Marisa.
Primo tempo: inizio della convivenza.
Fabio raggiunge Marisa che è già a letto. Si godono le coccole di fine giornata, mentre parlano dei progetti per il giorno successivo. La mano di Fabio inizia a vagare lungo tutto il corpo di Marisa, attivando in lei aspettativa e godimento in quanto lei si trova in uno stato d'animo amorevole e rilassato. Inevitabilmente, si risveglia in lei anche la voglia. Così iniziano a baciarsi, anche le mani di Marisa partono in esplorazione e... da cosa nasce cosa.
Secondo tempo: due mesi dopo che Marisa ha partorito.
Fabio va a sdraiarsi a letto accanto a Marisa, svegliandola da un raro e prezioso momento di sonno profondo. Ha voglia di coccole e di parlare dei loro progetti per il fine settimana. Marisa si gira verso di lui lasciandosi abbracciare e, mentre parlano un po', la mano di Fabio inizia a vagare lungo il corpo di Marisa. Un corpo privo di sonno, in allattamento, cambiato nell'aspetto, ancora in cicatrizzazione chirurgica post-partum e i piedi mezza misura più grandi rispetto a un anno prima. Un corpo continuamente palpeggiato dalle manine di un bebè.
Il tocco di Fabio su questo strano, nuovo corpo attiva in Marisa un'aspettativa... che la riempie di paura: voglia di evitare il sesso. Così lei si volta dall'altra parte dicendo: “Oggi no, tesoro”.
Fabio pensa, e in questo momento forse tutti i lettori maschi con lui: “Non capisco, un tempo era fantastico”.
Stessa stimolazione, diverso contesto. Quindi: diversa risposta da parte delle strutture del cervello emotivo (pallido ventrale, nucleo accumbens, amigdala, nucleo parabrachiale del tronco encefalico).
Ecco ciò che distingue l'aspettativa (il prevedere) dalla voglia (il desiderare) e dal godimento (apprezzare).
Le tre componenti del “desiderio sessuale”.
Si tratta di funzioni separate.
Si può desiderare senza apprezzare (smania), prevedere senza desiderare (paura, evitamento) o qualunque altra combinazione.
Quando siamo eccitati, le strutture cerebrali possono interpretare praticamente qualunque cosa come stimolante.
Al contrario, quando siamo sotto stress la mente legge tutto come potenziale minaccia.
Per la maggior parte delle persone, il contesto più favorevole al sesso è: basso livello di stress + alto livello di tenerezza + clima esplicitamente erotico.
Si può quindi lavorare sul desiderio sessuale nella coppia, favorendo un suo risveglio?
Assolutamente si, of course!
Ma in questo post ho già scritto troppo.
Dai greci, ai neuroni.
Arrivederci a un prossimo.
Stay... loved!
- ventiquattromila baci -