GOD: "Dio", dalla traduzione inglese.
DNA, ovverossia acido desossiribonucleico: “Generator Of Diversity” secondo la felice espressione di Jean-Pierre Changeux, grande neurobiologo francese contemporaneo.
Cioè un dio che si fa materia, in una catena di possibilità infinite eppure tutt'altro che casuali.
Così ne parla in uno dei suoi libri più noti: “L'uomo neuronale”, un lavoro fondamentale nell'ambito delle neuroscienze.
Vi si stabilisce una nuova direzione per lo studio delle funzioni cognitive, ancorandole a livello molecolare.
Si può essere padre e madre a livello biologico.
A livello affettivo.
A livello giuridico-legale.
A nessuno di questi tre.
A tutti e tre i livelli assieme.
A una qualche combinazione dei tre.
Eppure un figlio è sempre adottato. Sempre.
Anche nel caso in cui fossero stati i tuoi propri gameti, a generarlo.
E' solo quando coscientemente e consapevolmente “prendi con te” quel figlio - comunque e da chiunque sia venuto al mondo - che sottrai un essere vivente al nulla.
Al vuoto di una mancanza di senso; offrendogli un significato, un orizzonte, una prospettiva.
È il Desiderio, a generare.
Ovulo e spermatozoo-vincitore non sono che le propaggini dell'hardware.
Gusti, differenze di stili comportamentali, contestazioni e conflitti adolescenziali tanto implacabili quanto inevitabili, lutti nelle progettualità di vita... tutte diversità da integrare, pena il naufragio.
In quanto genitore, innanzitutto.
Il dato marcatore che il DNA ci consegna è che nella "razza" abita la diversità.
La costituisce, la genera.
My GOD... se sei mio fratello, allora, è perché mi sei differente!
Penso all'amico del bar, che tra tutti gli “imbriaghi” che sfrecciano alle due di notte - chi in Audi, chi in Porsche, chi in motoscafo, chi in bicicletta - se la prende con l'ultimo della categoria.
Costui ha anche la pelle scura e viene da un altro continente.
Chissà se sono le due ruote di meno, a fare la differenza.
Conclude, l'amico, che il nero è un balordo. Che se di notte schiamazza nella piazza del paese, alla fine è colpa degli americani e del loro imperialismo.
E di tutti i governi che abbiamo avuto.
Applausi.
E dire che negli anni '70 chiamavamo questi “alti teoremi” coincidenza degli opposti estremismi...
Si, siamo diversi.
Penso a quell'altra mia amica, impegnata nella comunità di Sant'Egidio, a Padova.
Tra il fare, il disfare e il criticare, ha scelto la prima opzione.
Certo, è più facile limitarsi a dare la colpa sempre a qualcun altro.
Lei invece si è assunta la responsabilità di tentare delle soluzioni. Una via più faticosa, sicuro.
Professionista affermata nel proprio ambito lavorativo, passa le serate a condividere un pasto o una soluzione abitativa con chi ne ha bisogno. Italiano o non, che sia.
Pare infatti che nel DNA ci stiano scritte tante cose, eccetto la cittadinanza.
Ecco perché il contrario di fraternità si chiama incapacità razzista.
Sempre e comunque, senza "se" e senza "ma".
O integralismo (talebano, politico, religioso...) che è lo stesso. Altro lato della medesima medaglia.
L'intolleranza delle bombe terroriste e dei kalashnikov, una bestemmia al proprio DNA umano.
Trista e mortifera come la mancanza di accoglienza e adozione del diverso-da-te, che ha un nome bruttissimo: sterilità.
Sterilità.
In GOD, we trust.