E pesante, pure.
So anche di chi è la colpa. Tutta, senza sconti: del rinencefalo.
Che non è un mostro dell'era glaciale, ma una struttura del cervello. Quella deputata al sistema olfattivo. Nei mammiferi evoluti come noi umani siamo, ha più a che fare con i circuiti delle emozioni, la memoria e il desiderio sessuale, che con le scadenze dell'accoppiamento stagionale.
L'ex Motoemporio.
Il negozio di ricambi e accessori che per noi adolescenti rappresentava una vera e propria meta di pellegrinaggio. A metà degli anni '70 lo ricordo in via Beato Pellegrino, a Padova, sotto i portici.
I ricordi che ho, anche degli odori, e dei profumi?
La prima morosetta, che lì aspettavo all'uscita della scuola: un centinaio di metri dietro l'angolo. Il luogo prescelto per l'appuntamento. Rigorosamente in moto, per accompagnarla alla stazione delle corriere.
Ci ripasso davanti ieri mattina.
Dagli anni '90 si sono trasferiti in altra zona della città, più accessibile ai meccanici che giungono dalle periferie. “Motoricambi 2000”, così avevan già mutato il nome, in una chiave futurista che i radi capelli bianchi di un paio di commessi al banco - ancora gli stessi - hanno già reso preistoria.
D'altronde, son trascorsi quarant'anni.
Insomma: ci passo davanti, e non so resistere.
Con il più infantile dei pretesti, a mascherare curiosità e nostalgia, entro.
Allo scopo di “buttare un occhio”.
Rimango ipnotizzato, all'istante.
Le candele della Bosch, gli olii Bardhal, i caschi Nolan.
Tutto come una una volta. Gli scaffali di metallo, la disposizione, le etichette. Esattamente come le ricordavo. Addirittura una scritta, mitica, all'estrema sinistra, quarto calto dal basso: "Lambretta". Per i fanatici del vintage, vale da sola un orgasmo.
Su tutto, un profumo di gomma vulcanizzata, che promana dalle Michelin accanto all'ingresso. Le Pilot per le supersportive, le Anakee dedicate alle tuttoterreno, le City Grip per gli scooter, agili aurighe nel traffico urbano.
“Cosa ti serve?”
“Ah... niente, una canna.”
“Una... che?”
“... per la benzina ... quella del carburatore.”
“Ahn... che moto?”
“Eh... un... un... Morini.”
“Ah. Nera, o trasparente?”
“Trasparente.”
Ovvio che ieri mattina non mi serviva un cavolo di niente, ma a quel punto, che puoi dire?
Qualcosa bisogna pure inventarsi.
Pago due euro per un metro di cannuccia di gomma, diametro 6 mm. (però, che buon profumo, anche questa!) ed esco.
Mi scopro a sorridere. Mi sento leggero. Quasi come sospinto dalle onde alfa dell'elettroencefalogramma. Quelle della veglia a occhi chiusi, di certi stati d'estasi.
E' potente, il rinencefalo.
Negli animali, tramite l'olfatto, modula i comportamenti di avvicinamento e fuga, via amigdala.
Attraverso le sue strutture si incrociano, mescolandosi, le emozioni più profonde. Da quelle darwiniane della paura e della rabbia, fino ai labirinti del desiderio e dell'attrazione. Lungo autostrade neuronali che conducono alle aree prefrontali della corteccia cerebrale.
Desideri, e paure. Le chiavi di intonazione di quella musica che è la vita.
La paura. Il motivatore più potente dei comportamenti umani.
Vabbè, mica serviva un Premio Nobel per capirlo, no?
Che poi qualche politico trombone, magari ministro della Repubblica, uno di quelli che accendi il telegiornale e son lì ogni giorno che bla-bla-blaterarno (sempre le stesse cose) mattina, mezzogiorno e cena, se ne serve - della paura - fino all'indigestione.
Pare ne abbiano bisogno ogni giorno, di una diversa.
Ma risolverli, i problemi, invece di gonfiare le angosce e le difficoltà della gente, no?
Si, lo so: i “like” e i “selfie” sono dopaminergici. In sostanza, hanno un effetto euforizzante, simil-cocaina. E danno dipendenza. Salvo poi che la stessa gente che oggi ti osanna, un domani ti appende a testa in giù, come quasi sempre è avvenuto nella storia.
Che poi, ad ascoltarli e vederli in certi servizi telegiornalistici, questi tromboni, il rinencefalo mi trasmette un messaggio inconfondibile: puzza-di-falso, puzza-di-falso, puzza-di-falso!
E allora sai cosa faccio, compulsivo?
Rischio, io, un'altra dipendenza.
Si, perché spengo all'istante la tv, e mi dirigo al frigorifero.
Accalappio un dolcetto, o la deliziosa stecca di cioccolata, che mai deve mancare.
Per compensazione, si, ohibò! Purtroppo!
Tra gli ingredienti della cioccolata trovi la tirosina, un precursore della dopamina, della serotonina e della noradrenalina. Tutti neuromediatori implicati nel tono dell'umore.
In sostanza, antidepressivi naturali.
Che ci posso fare?
Che con quelle facce che mi mettono al TG, a ogni ora, ne ho davvero un gran bisogno.
Mica posso ripassare, ogni nuovo giorno, da Motoricambi 2000...
- cacao meravigliao -