Non ci credo.
La cosa più spassosa (prova a negarlo!) era quando, a un passo dal traguardo, uno (un altro, non tu, chiaramente) arrivava alla casella “torna da capo”. Che spasso!
E quando in classe ne combinavi una di grossa, che l'insegnante si incavolava di brutto, e la nota sul registro se la beccava quell'altro, del tutto ignaro e innocente?
Invece qua c'è poco - molto poco - da ridere.
Perché?
Perché “quell'altro” siamo noi.
Sei tu, sono io.
“Schadenfreude”. I tedeschi la chiamano così.
Schadenfreude.
E' un'emozione per la quale non abbiano un termine, nella nostra lingua.
“Schadenfreude”.
In italiano, è intraducibile.
Potremmo definirla come “la gioia per le disgrazie altrui”.
Grazia Aloi, psicanalista a Milano, in un suo articolo l'avvicina al sadismo. Una sorta di compiacimento malevolo verso il prossimo, derivante dalla “considerazione di scarsissimo valore di sé che si riflette nella consolazione - molto spesso errata - che anche il sé degli altri sia scarso e non degno”.
Lo ripeto: qua invece c'è poco - molto poco - da ridere.
Già, perché “quell'altro” siamo noi.
Sei tu, sono io.
Hai presente quando uno va al governo promettendo mari e monti, sputando addosso a chi ha governato prima, a chi si è assunto l'amaro compito del Cireneo dovendo adottare misure economiche impopolari per evitare che il paese sprofondasse nel baratro della recessione economica?
Hai presente quando forma una coalizione di comando con quell'altro che alimenta odio e pregiudizi a nastro - sulla base di problematiche reali, per carità! - ma che si affrontano e gestiscono con intelligenza, competenza e tanto equilibrio, piuttosto che slogan populisti che a breve termine si rivelano solo bolle di sapone?
Hai presente quando vai in pizzeria e tu quella sera hai deciso (più che altro devi) restare leggero perché non vuoi (non puoi) spendere più di tanto? La rata del mutuo in arrivo, le tasse scolastiche dei figli... Bene, quell'altro che ti ha invitato (pensavi offrisse lui, in verità, l'aveva lasciato intuire) ordina invece quattro birre – e delle più costose – poi la pizza “special” con doppia farcitura, bis di dessert per sé e tutta la sua famiglia, amaro e caffè corretto, gelati extra per i figli (tu eri rimasto alla margherita) e poi ti dice “si paga alla romana, no?”.
Adesso ti propongo un'operazione matematica. Quelle che in algebra si chiamano “equivalenze”.
Una serie di piccole equazioni, insomma. Roba da scuole medie, dài.
4 birre : 5,6 miliardi di euro per rifinanziare quota100 = x : aumento dell'IVA
Porzione doppia di tiramisù : 30-40 miliardi per finanziare la Flat Tax = y : sforamento di bilancio
“Tanto-paghi-tu” : gestione dei flussi migratori = z : decreto sicurezza bis
“Xe finìi i schéi” : 23 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA al 25,6% = q : mancata crescita del PIL
Le soluzioni?
Tranqui.
Hai almeno due mesi per pensarci.
Pensiamoci tutti, e bene.
- non voglio mica la luna -