- Riflessioni dopo i fatti del 7 gennaio 2015 nell'undicesimo arrondisement di Parigi -
Qual'è l'obiettivo di un terrorista?
Generare il terrore - per definizione - che è l'amplificazione massima della paura, una delle sei emozioni-base.
Quali sono i principali sintomi della paura - più specificamente dell'angoscia - cioè l'anticamera del terrore?
Oltre alle reazioni fisiologiche (tachicardia, alterazioni nella respirazione e nella salivazione, della motilità gastrica e nel sistema muscolare) tra quelle comportamentali ci stanno l'evitamento e la chiusura, assieme ad alcuni processi mentali dei quali i meglio descritti rimangono quei “meccanismi di difesa” che Freud per primo si prese la briga di classificare.
Tra questi, la Scissione, la Formazione Reattiva, la Razionalizzazione.
Quando il terrorista è riuscito ad indurre nella popolazione media una massiccia dose di Scissione e Formazione Reattiva, si può ben dire che la sua “missione” è perfettamente compiuta.
Quando l'abitante la parte liberal-democratica e occidentale del pianeta immagina di poter gestire semplicemente respingendole dinamiche come l'odio, la frustrazione ancestrale e l'aspirazione alla vendetta derivata da secoli di inferiorità economica e condizioni di miseria ai limiti della sopravvivenza di un'altra enorme fetta di umanità, applica (a se stesso) l'illusoria stampella della Razionalizzazione.
La Scissione è quel procedimento inconscio per il quale ci risulta apparentemente più conveniente dividere il mondo e la realtà in “buoni” contro i “cattivi”; in “i nostri” contro “loro”: fondamentalmente la base cognitivo/emotiva di ogni atteggiamento nazionalista (o regionalista, o provincialista, o infra-parrocchiale, o orticellare, tutte identiche varianti della medesima paura difensiva).
Per quanto riguarda la Formazione Reattiva, nulla la spiega meglio del “Principio di Archimede” che si studia già alle scuole medie. Un'inesorabile dinamica che si dimostra altrettanto valida nelle relazioni umane, quanto nella fisica: “Ogni corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del fluido che occupa nel volume spostato”.
A ben pensarci, è in fondo l'anima di ogni vendetta, mascherata sotto l'etichetta di “giustizia”: Ettore che uccide Patroclo; Achille che uccide Ettore e ne trascina il cadavere dietro il suo carro per nove giorni, per vendicare l'amico Patroclo; Paride che uccide Achille, tutti e sempre in nome di un “Principio di Archimede” per cui ogni azione, specie la più violenta, va “giustificata” da una eguale. E contraria.
Identica la logica mafiosa, e della ’ndràngheta , e di qualsivoglia simile perversa concezione del vivere civile.
Una logica cui più forte di ogni altra si è opposta per prima quella evangelica, dell'”Ama il prossimo tuo come te stesso”. Poi seguita, qualche secolo in qua, dall'Illuminismo di Voltaire: "Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente".
La Razionalizzazione è infine un dispositivo automatico ed inconsapevole della mente, in base al quale preferiamo incorniciare in un quadro per noi plausibile e auto-rassicurante, fatto di spiegazioni logico-analitiche, atteggiamenti e comportamenti che osservati dal versante emotivo ci risulterebbero invece assai più impegnativi.
La bestiale ferocia di un manipolo di barbari armati di Kalashnikov, facenti capo a quella piccola parte di umanità che inevitabilmente da sempre e per sempre userà la violenza come strumento di relazione interpersonale, rischia quindi di oscurare il fatto che al mondo sono infinitamente di più il tempo e le energie spese a costruire la pace e a generare sane regole di convivenza civile, rispetto a quello impiegato per tagliare gole. E, contro-successivamente, a bombardare villaggi.
Il fatto che dentro a tale mattanza i macellai di umanità facciano riecheggiare il grido: “Allāh Akbar”ci potrebbe riportare alla memoria la grottesca scritta che le SS avevano stampata sulla fibbia della cintura: “Got Mit Uns” (Dio Con Noi), o il “Coelum denique!” dei crociati mentre trafiggevano i “feroci saladini”.
In sostanza, la consapevolezza che la religione, in tal contesto, è solamente un pretesto per veicolarvi dentro degli umanissimi bisogni di identificazione, nulla di più, mentre Dio ed il messaggio di giustizia, fratellanza e condivisione che le fedi trasmettono stanno totalmente da un'altra parte.
Come difendersi, quindi, dal terrorismo?
Vale a dire: come non far diventare la paura (utilissimo indicatore di un pericolo che mantiene intatta, anzi favorisce la nostra capacità di organizzarci di fronte ad esso) terrore, cioè paralisi dell'intelligenza e della libertà ( = vittoria del terrorista?)
Magari iniziando a smascherare questi meccanismi difensivi che alla fine si rivelano del tutto controproducenti: Scissione, Formazione Reattiva, Razionalizzazione.
Magari prestando attenzione e chiamando per nome quelle distorsioni cognitive che la Programmazione Neurolinguistica (PNL) ci ha insegnato a definire come: Generalizzazione, Cancellazione, Deformazione.
Generalizzazione: frasi del tipo: “Immigrati = clandestini = terroristi” affondano in primo luogo la propria, capacità di analisi e ragionamento. Paralizzano la propria intelligenza e capacità di respiro culturale dentro emozioni viscerali e irrisolte, mal di pancia del tutto simili a quelli degli attacchi d'ansia e panico.
Allo stesso modo, che utilità può mai derivare al mondo islamico dal trucidare barbaramente i suoi stessi concittadini, e un poliziotto francese, un uomo di 42 anni, che di nome fa Ahmed?
Cancellazione: ci sono delle parti di noi e dei nostri comportamenti che, pur legittimi, in alcuni contesti si rivelano del tutto inutili, se non apertamente controproducenti. Alcune vignette pubblicate in Charlie Hebdo sono state giudicate oggi stesso in un intervista radiofonica da Sergio Staino, italianissimo disegnatore satirico, “Oggettivamente stupide, non tanto e non solo perchè apertamente offensive, quanto perchè non in grado di far fare il minimo salto in avanti all'intelligenza”.
Deformazione: perchè chiamare “Islam” o “religione” ciò che è esattamente il contrario di essa? Quando finalmente molti Imam fanno sempre più chiaramente sentire la propria voce: “Questi terroristi nemmeno sanno cosa sia scritto nel Corano, dove sta scritto: uccidere una persona è come uccidere l'intera umanità; questo dice il Corano”.
Bella testa, l'Archimede. Italico, di Siracusa. Lì nacque e là cessò di vivere.
Si dice che a lui dobbiamo le rudimentali lenti concave, i cosiddetti “specchi ustori” capaci di affondare a distanza le navi nemiche, incendiandole.
A lui dobbiamo la descrizione del famoso “Principio di Archimede”, che le navi le fa galleggiare.
Un Principio, soprattutto, che le navi rende capaci di progettarle e costruirle, perché abbiano a navigare lontano, sicure e protettive.
Archimede è un nostro antenato.
Geniale, di quelli capaci di far fare un “salto di qualità” all'umanità.
A noi, suoi pronipoti, rimane la scelta di quali strumenti usare.
Quelli micidiali ed auto-lesionistici che ci fanno affondare, o quelli - specie mentali e relazionali - che ci possono trasportare a scoprire terre, orizzonti, culture e continenti sempre nuovi e stimolanti, proprio perché diversi.
Potremmo addirittura scoprirci più ricchi.
Di umanità.