“Promettere, o mantenere?”
Sono domande difficili, lo so.
E senti questa:
“Stare all'opposizione, o governare?”
Dai, l'hai capito: si tratta di domande retoriche.
Cioè una strategia dialettica che consiste nel porre un interrogativo che non rappresenta una vera richiesta di informazione, ma implica piuttosto una risposta predeterminata.
Detto questo, prova a dimostrarmi che oggi è più facile amministrare l'Italia, assumendoti l'onere di un'economia a rotoli e un debito pubblico devastante, che stare all'opposizione, a tirare siluri contro, “a gratis”.
C'è una bellissima inquietante canzone, costruita nella musica da Lucio Dalla, ma portata inizialmente al successo da un ragazzo diciottenne, Rosalino Cellamare in arte Ron.
Parla di un tema drammatico: lo stupro di una minorenne. Gli autori (Paola Pallottino ha scritto il testo) hanno più volte ribadito che prendeva le basi da una storia vera.
Correva l'anno 1971.
L’Italia politica si dibatteva tra l’abrogazione dell’articolo 553 del codice penale, che vietava la produzione e il commercio degli anticoncezionali, e i prodromi di quelli che furono gli “anni di piombo” del terrorismo rosso e nero.
Nel settembre dell'anno precedente, una bimba di dieci anni, Claudia Bellante di Cavalese, fu rapita mentre giocava nel parco del paese. Fu ritrovata una decina di giorni dopo, viva, in un’abitazione di Santo Stefano di Cadore. Era stata rapita da uno squilibrato senza figli che voleva avere la compagnia di una bambina.
Un pedofilo, diremmo oggi. Il rapitore si chiamava Demetrio Bocchi.
Leggendo le interviste rilasciate dagli autori, sembrano negare l'ispirazione sia scaturita da questo fatto di cronaca, ma le analogie rimangono.
Analogie.
Hai mica sentito di quel partito che ha vinto le elezioni solo un anno fa cavalcando - e fomentando - la protesta popolare sull'onda di slogan tipo:
“Dimissioni, tutti a casa!”
“Sono tutti ladri, è il partito del malaffare!”
“Subito al voto!”
“Apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno!”
“Abolire i senatori a vita!” (Dio mio, sono tra i pochi, là dentro, portatori di cultura, competenza scientifica, ad aver dato prestigio all'Italia grazie al loro lavoro e testimonianza di vita: persone come Enzo Piano, Carlo Rubbia, Elena Cattaneo, Liliana Segre...).
“Hanno le mani sporche di sangue, gli altri!”
Su tutte, poi, la chiosa farisaica (la più notevole, a mio parere): “Noi non siamo come loro 111!”.
Ecco, questo partito-verginella è andato a convivere con la bestia.
No, non prendertela: d'altronde delle affinità c'erano, eccome.
Ma: “Chi è mai questa Bestia?”, ti starai chiedendo.
Lasciamolo dire a Alessandro Orlowski, classe 1967, nato a Parma. Spin doctor digitale, regista di spot e videoclip negli anni ’90, uno dei primi e più influenti hacker italiani. In un'intervista alla rivista musicale “Rolling Stone” (luglio 2018), lo spiega magistralmente:
Quando nasce la Bestia?
“Dalle mie informazioni la Bestia è stata ideata a fine 2014, e finalizzata nel 2016. All’inizio si trattava di un semplice tool di monitoraggio e sentiment. Poi si è raffinato, con l’analisi dei post di Facebook e Twitter e la sinergia con la mailing list.”
Come funziona l’analisi dei dati, su cui si basa la strategia?
“Diciamo che a livello di dati non buttano via nulla: tutto viene analizzato per stabilire la strategia futura, assieme alla società di sondaggi SWG e a Voices From the Blogs (azienda di Big Data Analysis, ndr).
La Bestia differenzia il suo operato a seconda dei social, per rendere immutata l’efficacia in base allo strumento?
“Per chi si occupa di marketing e propaganda online, è normale adattare la comunicazione ai differenti social. Twitter è l’ufficio stampa, e influenza maggiormente i giornalisti. Su Facebook ti puoi permettere un maggiore storytelling. È interessante vedere come, inserendo nelle mailing list i video di Facebook, la Lega crei una sinergia con la base poco attiva sui social: la raggiunge via mail, e aumenta così visualizzazioni e condivisioni.”
Vedi analogie tra la strategia social di Donald Trump e quella di Salvini?
“Salvini ha sempre guardato con attenzione a Trump. Entrambi fanno la cosa più semplice: trovare un nemico comune. E gli sta funzionando molto bene. Nel nuovo governo si sono suddivisi le responsabilità: al M5S è toccato il lavoro, con la forte macchina propagandistica gestita dalla Casaleggio Associati, alla Lega la sicurezza e l’orgoglio nazionale, gestiti da Morisi e amici.”
Sta pagando, non c'è che dire.
“La totale disinformazione e frotte di like su post propagandistici e falsi - per esempio l’annuncio della consegna di 12 motovedette alla Guardia costiera libica (a fine giugno, ndr) - portano a quello che si definisce vanity KPI: l’elettore rimane soddisfatto nel condividere post che hanno migliaia di like, e quindi affermano le loro convinzioni. Consiglio la lettura di The Thrill of Political Hating di Arthur Brooks.”
Come è stata finanziata l'attività delle reti social della Lega?
“La Lega voleva creare una fondazione solo per ricevere i soldi delle donazioni, al fine di poter tenere in piedi le reti social senza passare per i conti in rosso del partito. Il partito è gravato da debiti e scandali finanziari (a luglio il tribunale di Genova ha confermato la richiesta di confisca di 49 milioni di euro dalle casse del partito, ndr). Le leggi italiane lasciano ampio margine: permettono di ricevere micro-donazioni, senza doverle rendere pubbliche. È una forma completamente legale. In ogni caso, potresti chiederlo direttamente a Luca Morisi.”
(Morisi non ha risposto ai tentativi di contatto da parte di Rolling Stone, ndr)
Hanno ricevuto finanziamenti dall’estero?
“Recentemente l’Espresso ha raccontato che alcune donazioni al partito provengono da associazioni come Italia-Russia e Lombardia- Russia, vicine alla Lega. D’altra parte, sono stati i russi a inventare il concetto di hybrid war. Il generale Gerasimov ha teorizzato che le guerre moderne non si devono combattere con le armi, ma con la propaganda e l’hacking.”
Un sistema come La Bestia alimenta la creazione di notizie false?
“Non direi che ci sia un rapporto diretto tra le due cose, ma sicuramente c’è un rapporto tra La Bestia e il bias dei post che pubblicano. Come ha spiegato lo psicologo e premio Nobel Daniel Kahneman, di fronte a una notizia online la nostra mente si avvale di metodi di giudizio molto rapidi che, grazie alla soddisfazione che dà trovare conferma nei nostri pregiudizi, spesso porta a risposte sbagliate e illogiche, ossia biased.”
Quanto di ciò che hai detto fin qui vale anche per il Movimento 5 Stelle?
“Non c’è dubbio che dietro al M5S ci sia una buona azienda di marketing politico. La loro propaganda è più decentralizzata rispetto a quella della Lega, tutta controllata da Morisi. Creano piccole reti, appoggiandosi agli attivisti “grillini” e risparmiando così denaro. Non pagano per rendere virali i post di Grillo o di Di Battista. Anche se oggi, con il M5S al governo, la strategia è in parte cambiata.”
Quanto influisce l’attività di trolling sul dibattito politico?
“Dipende dal contesto politico e dal Paese, in alcuni casi può essere molto violenta. Per creare account su Twitter esiste un software acquistabile online, che ti permette di generarne mille in tre ore, ognuno con foto e nome distinto. Parliamo di account verificati con un numero di cellulare: c’è un servizio russo che, per 10 centesimi, te ne fornisce uno appositamente. Con 300 o 400 euro puoi crearti in un pomeriggio un migliaio di account Twitter verificati. A quel punto puoi avviare un tweet bombing, cambiando la percezione di una notizia. È semplice e costa poco.”
Analogie, e differenze.
Ora, la verginella si ri-propone al governo, forse cambiando partner.
Si vedrà, la differenza?
Voglio dire, per noi diretti interessati cioè i cittadini – e contribuenti – italiani?
Non occorre un premio Nobel per confermare quanto già Aristotele nel 350 avanti Cristo e poi gli psicologi della motivazione come Abraham Maslow e David McClelland hanno ribadito: l'essere umano (e più in generale tutti i viventi) tende a evitare il dolore, e ricercare il piacere.
Pensa te che scoperta, dirai...
Evidenze confermate anche dai recenti studi in ambito neurofisiologico sul nucleo accumbens, quella struttura profonda del nostro cervello deputata ai processi di ricompensa.
Da qui in concetto di rinforzo.
Hai presente la tecnica delle sardine? Quella delle foche al circo?
Se gratifichi l'animale gettandogli in bocca un pesce ogni volta in cui esegue correttamente l'esercizio che gli stai insegnando, puoi farlo arrivare a eseguire cose incredibili. Si chiama condizionamento operante. Tipo cantare come Pavarotti.
Per gli umani, stessa cosa.
Cosa voglio dire?
Che se tra noi cittadini/contribuenti/elettori non si svilupperà la coscienza che il “dolore” da fuggire non sono i “nemici immaginari” costruiti dalla propaganda-bestia (gli immigrati, i senatori a vita, gli insegnanti, e via che la lista sarebbe lunga) e il piacere da ricercare non è quello della furbizia a evadere le tasse, bensì un futuro vivibile per i nostri figli, non ne usciremo.
Il piacere di un futuro vivibile per i nostri figli. Il “popolo” di domani.
Un domani molto prossimo, del resto.
Cosa intendo, per futuro vivibile per i nostri figli?
Un ambiente dove la Casa Comune che è il nostro magnifico e martoriato pianeta Terra venga rispettato. Il che significa anche rinunciare a parti considerevoli di profitto economico a favore di stili di vita sostenibili, non-suicidari.
Un esempio? Prendiamone uno, quello più “di moda” adesso, così capiscono tutti.
La foresta pluviale amazzonica - il polmone che produce il 20% dell'ossigeno del nostro pianeta - sta bruciando causa gli incendi provocati da taglialegna e allevatori per liberare la terra per il bestiame. La pratica è in aumento, incoraggiata da Jair Bolsonaro, presidente pro-business populista brasiliano, che è sostenuto dal cosiddetto “caucus di manzo” del paese. Il Brasile è il più grande esportatore mondiale di carne bovina, fornendo quasi il 20% delle esportazioni globali totali.
Cosa intendo - ancora - per futuro vivibile per i nostri figli?
Una società dove l'intelligenza non venga confusa con il buonismo.
La sicurezza con la sociopatia.
La cooperazione con la criminalità.
Confusioni madornali, frutto di ignoranza.
Talvolta, peggio: confusioni bestiali, inoculate ad hoc.
C'è chi l'ha capito, e chi invece - purtroppo - mentre indichi la luna, s'incanta ancora a fissare il dito.
Mhh... che si sia innamorato dell'artiglio della bestia?
Per concludere: che non valga finalmente la pena guardarsi negli occhi e ri-scoprirsi persone - fuori dai Social - non “bestie” o avversari da squalificare e violentare verbalmente?
Che non valga la pena, al di là delle differenti opinioni partitiche (non di rado per qualcuno sono appartenenze affettive - tipo squadra del cuore - in termini calcistici) riconoscere che stiamo tutti nella stessa barca chiamata Italia, che di acqua ne sta prendendo pericolosamente davvero troppa?
Che non sia il caso di fare meno gli schizzinosi e remare, remare, remare seriamente per portare in un porto sicuro chiamato “futuro” (non è il Papeete) i nostri figli?
Non dico tutti, sarebbe illusorio.
Almeno gli uomini e donne di “buona volontà”, come si diceva una volta.
Ce la facessimo, potrebbe rivelarsi... Fico, no?
- il gigante e la bambina -