Proprio questa - testuale - è la frase che l'infermiera ha rivolto al mio amico, ricoverato per un piccolo intervento, nel momento in cui stavo uscendo dalla sua stanza di ospedale e ho preso la porta dell'armadio.
Vabbé. Parliamo di politica.
Si chiama “Sentiment Analysis”.
Funziona così: c'è un gruppo di operatori pagati per questo. Generalmente sociologi, psicologi, esperti di linguistica, informatici. Anche se il profilo ideale potrebbe essere l'esperto in scienze della comunicazione.
Allora: 'sto manipolo di ficcanaso (Freud parlerebbe di “sublimazione dell'impulso scoptofilo”; in pratica: guardoni remunerati) passa il tempo a leggere i post della gente nei Social, annota scrupolosamente tendenze, opinioni-che-vanno-per-la-maggiore, banalità ricorrenti, dai gattini che ballano alla nutella nelle brioches.
Insomma: redigono la classifica di cosa la gente pensa. Di ciò che alla gente piace.
“Perché?”
“Perché qualcuno li paga, che domande fai?”
“Perché li paga?”
“Perché vuol sapere cosa la gente pensa, te l'ho appena spiegato, sei rincitrullito del tutto?”
“E che se ne fa, di cosa piace alla gente?”
“Se ne fa che poi vanno a raccontare alla gente esattamente ciò che la gente vuol sentirsi dire, piccolo babbeo!”
- Te go dà del babbuino, se no teo ghé capìo -
“Aahnn... insomma: quello che i Greci chiamavano “demagogia”, praticamente...”
“Bravo, piccolo, bravo: “δημαγωγία”. Da: demos, "popolo", e aghein, "trascinare". La pratica politica tendente a ottenere il consenso delle masse lusingando le loro aspirazioni.”
“Ascolta: ma... chi li paga, questi “ficcanaso”?”
“Chi vuoi che li paghi, babbione! Io e te, li paghiamo. La gente, li paga...”
“Come non ne avessimo abbastanza, di tasse...e poi ci raccontano che vogliono abbassarle!”
“Sentiment Analysis”.
Alla fine, tuttavia, è solo una porzione della realtà.
Voglio dire: di quella vera, vissuta fuori dai "Social".
Funziona come propaganda, non come promozione del benessere.
E' un'illusione di consenso.
Gettiamo uno sguardo ai dati effettivi delle ultime elezioni europee, quelle di meno di un mese fa.
Facciamolo considerando tutta la popolazione effettivamente avente diritto al volto; non solo la percentuale di chi si è recato alle urne.
- partito del non-voto 46%
- partito della bandiera verde (anzi, no, aspetta, adesso non l'avevano tinta di blu?) 18%
- partito della bandiera arancio 12%
- partito della bandiera gialla 9%
- altri: insignificanti.
E che dire della rapidità con cui il popolo un giorno ti innalza, l'altro ti crocifigge?
Buffi, quelli che confondevano il presunto desiderio di “onestà” della popolazione media con l'impulso vendicativo e distruttivo, cioè la modalità primaria di espressione della frustrazione.
Astio peraltro ben alimentato via Social da agenzie appositamente create a diffondere fake news, diffamazione e squalifica. Ad hoc.
“Vuoi dirmi che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, come quel proverbio che la maestra Faccini (sempre lei!) ci insegnava alle elementari?”
“Eh, magari crescesse qualcosa nella coscienza civile, Babby mio. Qua mi sa che se non ci diamo una svegliata, finiamo come la foresta della Val di Fiemme dopo il tornado dell'ottobre scorso. Sempre più spolpati. E disgustati. E inviperiti l'uno contro l'altro. E, purtroppo, economicamente schiantati.”
- es un sentimiento nuevo che mi tiene alta la vita -