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E NON CI LASCEREMO MAI

28/10/2019

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Chi non conosce la storia?
Mowgli è un trovatello. Viene adottato da un branco di lupi. Lo affidano a Bagheera, la pantera, con il compito di riportarlo al “villaggio degli uomini”.

E' la funzione genitoriale. Bagheera assume la parte normativa, quella della Legge.
Baloo, l'orso burlone, quella ludica/affettiva.

Mowgli viene affascinato dalla gioiosa “pazzia” trasgressiva di Baloo.
Si crea un legame di attaccamento profondo.
Arriva a giurargli che nulla e nessuno potrà separarli, “mai, mai e poi mai”.
Caro papà orso...

Facciamola breve, nel riassunto: arriviamo dritti al momento in cui Mowgli, accompagnato al limitare del villaggio dopo mille peripezie, incrocia lo splendido sguardo di una fanciulla, rimanendone irrimediabilmente conquiso.

L'impossibile diventa pensabile.
L'impensabile, realtà.

E' un duro colpo, per papà e mamma.
Per chiunque, nella vita, si trovi a vario titolo ad aver svolto una funzione genitoriale.
E' il momento della rinuncia all'idea della propria insostituibilità.
Il tempo della accettazione del distacco, in qualche modo della perdita.
Come avviene - inevitabilmente - quando giunge l'età dell'adolescenza.

E' qui, che il gioco si fa duro.
Quando la cosa giusta da fare è “lasciar andare”.

      - amore che vieni, amore che vai -

https://youtu.be/HPOrNoZsKpw


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JOKER

21/10/2019

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“Joker è un film che solo chi ha sofferto può capire veramente”.
Così Josh Brolin, attore statunitense la cui travagliata biografia familiare e affettiva ne testimonia la veridicità.

Ed è davvero così.
Al di là della distruttività disperata e senza scampo nella trama, ciò che emerge in questa pellicola è la è la descrizione di ciò che le ferite di attaccamento possono produrre nell'esistenza di un individuo.
Quando addirittura di veri abusi infantili si tratta, l'esito del disagio psichico è pressoché scontato.

Lo sfogo in una violenza cieca come tentativo “riparatore” può riguardare un'intera parte della società, qualora le frustrazioni di una moltitudine trovino un catalizzatore che ne attivi i processi di identificazione. Così la maschera da clown, così per certi versi i gilet gialli, così ogni forma di rivoluzione che a partire da reali ragioni di ingiustizia si trasformi - senza capacità di autoregolazione - in tirannide cieca e foriera di morte.

Il paradosso, anche qui come nella vita reale, sta nel rovesciamento di prospettiva che la conoscenza della reale storia di vita delle persone può fornire.
La vittima diviene colpevole; Il colpevole vittima, senza soluzione di continuità.
L'assassino di oggi è stato il bimbo abusato di ieri.
L'anafettivo contemporaneo, il figlio cui nessuno ha badato per ciò che era in se stesso, piuttosto che come prolungamento o parentesi dell'ego genitoriale.

Di drammatica verità, tornando alla psicopatologia individuale, una delle constatazioni che il protagonista scrive nel proprio diario:
“La cosa divertente delle malattie mentali è che la gente pretende che ti comporti come se non ce l’avessi”.

         - ti regalerò una rosa -


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    Noneto Circin

    La parola, il suono, l’immagine, sono l’oggetto dei miei interessi nel tempo libero. 
    A volte, tentano di diventare voce. 
    Nella scrittura, nella musica, nella fotografia. 
    Per passione, per divertimento.
    Insomma, per una delle cose più serie nella vita: il gioco. 
    Tramite i tasti di un pianoforte, una penna che scorre veloce, le lenti di un vecchio obiettivo. 

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