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PICCOLE DONNE CRESCEREBBERO

31/8/2019

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Dove c'eravamo lasciati?

Ah, si: da quella figlia scappata di casa.
Quell'adolescente ribelle, con la quale il padre tenta in ogni modo un dialogo, che risulta purtroppo impossibile. Una storia tormentata, davvero.

Il genitore cerca di capire dove ha sbagliato e cosa può fare per cambiare la situazione, la ragazza risponde con siluri tipo: “Sei tu che mi hai messa al mondo, non io; sei tu che hai creato questa situazione, non io; sei tu che vi devi porre rimedio, non io”.
Così agisce la critica sterile dell’adolescente rivoltoso.
Il mondo degli adulti, agli occhi massimalisti della figlia, è disonesto. Falso, impuro e merita solo di essere insultato. Per definizione. Aprioristicamente.

Un'adolescente ribelle, balbuziente, prima aderente a una banda di terroristi e poi a una setta religiosa che obbliga a portare una mascherina sul viso per non uccidere i microrganismi che popolano l’aria.
L'altro, chi la pensa diversamente da sé, è visto irrimediabilmente fuori gioco, incapace di comprendere e immeritevole di confronto.

E' la storia di “Pastorale americana”, il celebre libro di Philip Roth, dal quale anche un film.
Nulla di nuovo, nella sostanza. Una trama che si ritrova sovente nelle famiglie, dove i tentativi di dialogo con un ragazzo ostaggio della fase puberale dell'intolleranza spesso naufragano addosso agli scogli dell'intransigenza, del rifiuto pregiudiziale. Del “Voi non mi capite”.
O, parimenti, del “O si fa come dico io, o non se ne fa nulla” della contraerea genitoriale.

Stili di dialogo fallimentare.
Relazioni bacate dall'immaturità, dell'egocentrismo ancora irrisolto.

E poi basta, per oggi.
Altrimenti mi dite che parlo sempre di politica.

        - non ho l'età, per amarti -


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ILLIBATA OFFRESI

25/8/2019

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“E' più facile distruggere, o costruire?”
“Promettere, o mantenere?”

Sono domande difficili, lo so.

E senti questa:
“Stare all'opposizione, o governare?”

Dai, l'hai capito: si tratta di domande retoriche.
Cioè una strategia dialettica che consiste nel porre un interrogativo che non rappresenta una vera richiesta di informazione, ma implica piuttosto una risposta predeterminata.

Detto questo, prova a dimostrarmi che oggi è più facile amministrare l'Italia, assumendoti l'onere di un'economia a rotoli e un debito pubblico devastante, che stare all'opposizione, a tirare siluri contro, “a gratis”.

C'è una bellissima inquietante canzone, costruita nella musica da Lucio Dalla, ma portata inizialmente al successo da un ragazzo diciottenne, Rosalino Cellamare in arte Ron.
Parla di un tema drammatico: lo stupro di una minorenne. Gli autori (Paola Pallottino ha scritto il testo) hanno più volte ribadito che prendeva le basi da una storia vera.

Correva l'anno 1971.
L’Italia politica si dibatteva tra l’abrogazione dell’articolo 553 del codice penale, che vietava la produzione e il commercio degli anticoncezionali, e i prodromi di quelli che furono gli “anni di piombo” del terrorismo rosso e nero.
Nel settembre dell'anno precedente, una bimba di dieci anni, Claudia Bellante di Cavalese, fu rapita mentre giocava nel parco del paese. Fu ritrovata una decina di giorni dopo, viva, in un’abitazione di Santo Stefano di Cadore. Era stata rapita da uno squilibrato senza figli che voleva avere la compagnia di una bambina.
Un pedofilo, diremmo oggi. Il rapitore si chiamava Demetrio Bocchi.
Leggendo le interviste rilasciate dagli autori, sembrano negare l'ispirazione sia scaturita da questo fatto di cronaca, ma le analogie rimangono.

Analogie.
Hai mica sentito di quel partito che ha vinto le elezioni solo un anno fa cavalcando - e fomentando - la protesta popolare sull'onda di slogan tipo:
“Dimissioni, tutti a casa!”
“Sono tutti ladri, è il partito del malaffare!”
“Subito al voto!”
“Apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno!”
“Abolire i senatori a vita!”
(Dio mio, sono tra i pochi, là dentro, portatori di cultura, competenza scientifica, ad aver dato prestigio all'Italia grazie al loro lavoro e testimonianza di vita: persone come Enzo Piano, Carlo Rubbia, Elena Cattaneo, Liliana Segre...).

“Hanno le mani sporche di sangue, gli altri!”

Su tutte, poi, la chiosa farisaica (la più notevole, a mio parere): “Noi non siamo come loro 111!”.

Ecco, questo partito-verginella è andato a convivere con la bestia.
No, non prendertela: d'altronde delle affinità c'erano, eccome.

Ma: “Chi è mai questa Bestia?”, ti starai chiedendo.
Lasciamolo dire a Alessandro Orlowski, classe 1967, nato a Parma. Spin doctor digitale, regista di spot e videoclip negli anni ’90, uno dei primi e più influenti hacker italiani. In un'intervista alla rivista musicale “Rolling Stone” (luglio 2018), lo spiega magistralmente:

Quando nasce la Bestia?
“Dalle mie informazioni la Bestia è stata ideata a fine 2014, e finalizzata nel 2016. All’inizio si trattava di un semplice tool di monitoraggio e sentiment. Poi si è raffinato, con l’analisi dei post di Facebook e Twitter e la sinergia con la mailing list.”

Come funziona l’analisi dei dati, su cui si basa la strategia?
“Diciamo che a livello di dati non buttano via nulla: tutto viene analizzato per stabilire la strategia futura, assieme alla società di sondaggi SWG e a Voices From the Blogs (azienda di Big Data Analysis, ndr).

La Bestia differenzia il suo operato a seconda dei social, per rendere immutata l’efficacia in base allo strumento?
“Per chi si occupa di marketing e propaganda online, è normale adattare la comunicazione ai differenti social. Twitter è l’ufficio stampa, e influenza maggiormente i giornalisti. Su Facebook ti puoi permettere un maggiore storytelling. È interessante vedere come, inserendo nelle mailing list i video di Facebook, la Lega crei una sinergia con la base poco attiva sui social: la raggiunge via mail, e aumenta così visualizzazioni e condivisioni.”

Vedi analogie tra la strategia social di Donald Trump e quella di Salvini?
“Salvini ha sempre guardato con attenzione a Trump. Entrambi fanno la cosa più semplice: trovare un nemico comune. E gli sta funzionando molto bene. Nel nuovo governo si sono suddivisi le responsabilità: al M5S è toccato il lavoro, con la forte macchina propagandistica gestita dalla Casaleggio Associati, alla Lega la sicurezza e l’orgoglio nazionale, gestiti da Morisi e amici.”

Sta pagando, non c'è che dire.
“La totale disinformazione e frotte di like su post propagandistici e falsi - per esempio l’annuncio della consegna di 12 motovedette alla Guardia costiera libica (a fine giugno, ndr) - portano a quello che si definisce vanity KPI: l’elettore rimane soddisfatto nel condividere post che hanno migliaia di like, e quindi affermano le loro convinzioni. Consiglio la lettura di The Thrill of Political Hating di Arthur Brooks.”

Come è stata finanziata l'attività delle reti social della Lega?
“La Lega voleva creare una fondazione solo per ricevere i soldi delle donazioni, al fine di poter tenere in piedi le reti social senza passare per i conti in rosso del partito. Il partito è gravato da debiti e scandali finanziari (a luglio il tribunale di Genova ha confermato la richiesta di confisca di 49 milioni di euro dalle casse del partito, ndr). Le leggi italiane lasciano ampio margine: permettono di ricevere micro-donazioni, senza doverle rendere pubbliche. È una forma completamente legale. In ogni caso, potresti chiederlo direttamente a Luca Morisi.”
(Morisi non ha risposto ai tentativi di contatto da parte di Rolling Stone, ndr)

Hanno ricevuto finanziamenti dall’estero?
“Recentemente l’Espresso ha raccontato che alcune donazioni al partito provengono da associazioni come Italia-Russia e Lombardia- Russia, vicine alla Lega. D’altra parte, sono stati i russi a inventare il concetto di hybrid war. Il generale Gerasimov ha teorizzato che le guerre moderne non si devono combattere con le armi, ma con la propaganda e l’hacking.”

Un sistema come La Bestia alimenta la creazione di notizie false?
“Non direi che ci sia un rapporto diretto tra le due cose, ma sicuramente c’è un rapporto tra La Bestia e il bias dei post che pubblicano. Come ha spiegato lo psicologo e premio Nobel Daniel Kahneman, di fronte a una notizia online la nostra mente si avvale di metodi di giudizio molto rapidi che, grazie alla soddisfazione che dà trovare conferma nei nostri pregiudizi, spesso porta a risposte sbagliate e illogiche, ossia biased.”

Quanto di ciò che hai detto fin qui vale anche per il Movimento 5 Stelle?
“Non c’è dubbio che dietro al M5S ci sia una buona azienda di marketing politico. La loro propaganda è più decentralizzata rispetto a quella della Lega, tutta controllata da Morisi. Creano piccole reti, appoggiandosi agli attivisti “grillini” e risparmiando così denaro. Non pagano per rendere virali i post di Grillo o di Di Battista. Anche se oggi, con il M5S al governo, la strategia è in parte cambiata.”

Quanto influisce l’attività di trolling sul dibattito politico?
“Dipende dal contesto politico e dal Paese, in alcuni casi può essere molto violenta. Per creare account su Twitter esiste un software acquistabile online, che ti permette di generarne mille in tre ore, ognuno con foto e nome distinto. Parliamo di account verificati con un numero di cellulare: c’è un servizio russo che, per 10 centesimi, te ne fornisce uno appositamente. Con 300 o 400 euro puoi crearti in un pomeriggio un migliaio di account Twitter verificati. A quel punto puoi avviare un tweet bombing, cambiando la percezione di una notizia. È semplice e costa poco.”

Analogie, e differenze.
Ora, la verginella si ri-propone al governo, forse cambiando partner.

Si vedrà, la differenza?
Voglio dire, per noi diretti interessati cioè i cittadini – e contribuenti – italiani?

Non occorre un premio Nobel per confermare quanto già Aristotele nel 350 avanti Cristo e poi gli psicologi della motivazione come Abraham Maslow e David McClelland hanno ribadito: l'essere umano (e più in generale tutti i viventi) tende a evitare il dolore, e ricercare il piacere.
Pensa te che scoperta, dirai...
Evidenze confermate anche dai recenti studi in ambito neurofisiologico sul nucleo accumbens, quella struttura profonda del nostro cervello deputata ai processi di ricompensa.

Da qui in concetto di rinforzo.
Hai presente la tecnica delle sardine? Quella delle foche al circo?
Se gratifichi l'animale gettandogli in bocca un pesce ogni volta in cui esegue correttamente l'esercizio che gli stai insegnando, puoi farlo arrivare a eseguire cose incredibili. Si chiama condizionamento operante. Tipo cantare come Pavarotti.

Per gli umani, stessa cosa.
Cosa voglio dire?
Che se tra noi cittadini/contribuenti/elettori non si svilupperà la coscienza che il “dolore” da fuggire non sono i “nemici immaginari” costruiti dalla propaganda-bestia (gli immigrati, i senatori a vita, gli insegnanti, e via che la lista sarebbe lunga) e il piacere da ricercare non è quello della furbizia a evadere le tasse, bensì un futuro vivibile per i nostri figli, non ne usciremo.

Il piacere di un futuro vivibile per i nostri figli. Il “popolo” di domani.
Un domani molto prossimo, del resto.

Cosa intendo, per futuro vivibile per i nostri figli?
Un ambiente dove la Casa Comune che è il nostro magnifico e martoriato pianeta Terra venga rispettato. Il che significa anche rinunciare a parti considerevoli di profitto economico a favore di stili di vita sostenibili, non-suicidari.

Un esempio? Prendiamone uno, quello più “di moda” adesso, così capiscono tutti.
La foresta pluviale amazzonica - il polmone che produce il 20% dell'ossigeno del nostro pianeta - sta bruciando causa gli incendi provocati da taglialegna e allevatori per liberare la terra per il bestiame. La pratica è in aumento, incoraggiata da Jair Bolsonaro, presidente pro-business populista brasiliano, che è sostenuto dal cosiddetto “caucus di manzo” del paese. Il Brasile è il più grande esportatore mondiale di carne bovina, fornendo quasi il 20% delle esportazioni globali totali.

Cosa intendo - ancora - per futuro vivibile per i nostri figli?
Una società dove l'intelligenza non venga confusa con il buonismo.
La sicurezza con la sociopatia.
La cooperazione con la criminalità.

Confusioni madornali, frutto di ignoranza.
Talvolta, peggio: confusioni bestiali, inoculate ad hoc.

C'è chi l'ha capito, e chi invece - purtroppo - mentre indichi la luna, s'incanta ancora a fissare il dito.
Mhh... che si sia innamorato dell'artiglio della bestia?

Per concludere: che non valga finalmente la pena guardarsi negli occhi e ri-scoprirsi persone - fuori dai Social - non “bestie” o avversari da squalificare e violentare verbalmente?

Che non valga la pena, al di là delle differenti opinioni partitiche (non di rado per qualcuno sono appartenenze affettive - tipo squadra del cuore - in termini calcistici) riconoscere che stiamo tutti nella stessa barca chiamata Italia, che di acqua ne sta prendendo pericolosamente davvero troppa?

Che non sia il caso di fare meno gli schizzinosi e remare, remare, remare seriamente per portare in un porto sicuro chiamato “futuro” (non è il Papeete) i nostri figli?

Non dico tutti, sarebbe illusorio.
Almeno gli uomini e donne di “buona volontà”, come si diceva una volta.

Ce la facessimo, potrebbe rivelarsi... Fico, no?

            - il gigante e la bambina -


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ZONA RIMOZIONE

18/8/2019

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"Pòro Piero. Pensa: non jèra mai morto, prima".
Con questo aforisma cercavo di spiegare alle mie figlie, quand'erano piccole, che c'è sempre una prima volta. Che talvolta coincide con l'ultima.
Era quando mi chiedevano il permesso per qualche impresa che - all'occhio del genitore - risultava pericolosa.
Oppure quando cercavo di spiegare che le cose possono cambiare.
Che non è il “di solito” a garantire l'eternità.

Vabbé. Adesso che la più grande s'è data all'alpinismo e - un giorno sì, due altri ancora - è a scalare qualche parete o ghiacciaio in alta montagna, con i suoi cinque compagni di avventura, meglio smetta di pensarci.

Freud l'ha chiamata “rimozione”. E' il primo, il più massiccio dei “meccanismi di difesa”.
Hai presente quando a casa hai attaccato contemporaneamente la lavastoviglie, il forno con la crostata a cuocere, la lavatrice, e ti metti pure a stirare? Che succede?
Succede che... bam! Va via la luce. Di colpo.
E' scattato il “salvavita” (che i bravi elettricisti chiamano “interruttore differenziale”).

Ecco, la rimozione funziona così. E' un lavoro dell'inconscio.
Consiste nell'inconsapevole cancellazione di un ricordo, di una esperienza che il soggetto ha vissuto come acutamente angosciante o traumatizzante.
Che vuol dire, angosciante o traumatizzante?
Quando accade all'improvviso.
Quando produce uno spavento acutissimo.
Quando fa sì che il soggetto diventi impotente ed incapace di controllare situazioni.
Quando il soggetto sente di subire qualcosa di così tremendo da produrre un danno, anche fisico, irreparabile.

Certo, avviene anche a livello sociale, come no?
Pensa alla questione ambientale.
Hai visto com'è ridotto il ghiacciaio della Marmolada?
Che agonia.
O il nevaio in alto a destra sulla parete del monte Civetta? Hai notato di quanto si è ridotto e tinto di marrone, negli ultimi anni?
Luglio 2019 è stato il mese più caldo da 140 anni a questa parte.

Se si sciolgono ghiacciai come quelli della Groenlandia, pensi che non accada nulla?
Hai idea di che effetto può avere sull’ecosistema degli oceani e dei mari artici una simile massa di acqua dolce? In due parole: potrebbe arrivare a modificare per sempre la Corrente del Golfo. Quel flusso di acqua calda che va dal golfo del Messico al mare di Barents. Che rappresenta il motivo per cui il nostro clima, tra Europa e Nord America, è temperato.
Secondo i climatologi, cambiamenti irreversibili nella corrente del golfo sono l’unica cosa da evitare a ogni costo, se vogliamo evitare scenari da “Day After Tomorrow”.

Pensa solo al fatto che - causa anche le temperature altissime - tra l’Alaska, Yakutia e le regioni siberiane di Irkutsk, Krasnoyarsk e Buriazia, gli acri di terreno incendiati in questi giorni hanno superato i 2 milioni.
Una superficie superiore a una regione come la Val d’Aosta. Questi incendi hanno emesso in atmosfera circa 100 megatonnellate di biossido di carbonio, una cifra pari alla quantità di anidride carbonica prodotta in un anno da una nazione come il Belgio. Ad andare a fuoco non sono i tronchi degli alberi, ma i terreni di torba, che altro non sono che depositi di carbonio. Questo rende ancora più difficile domare le fiamme, che potrebbero potenzialmente durare settimane, se non mesi, e aumentare esponenzialmente la CO2 rilasciata in atmosfera, aumentando la gravità della catastrofe ecologica, e il riscaldamento del clima. Che, a sua volta, produce tutte le anomalie climatiche che stiamo vivendo da queste parti, e un po’ di più.

Non è raro che durante i mesi estivi si sviluppino incendi in queste zone, ma erano almeno diecimila anni che le fiamme non divampavano a questa velocità.
Le temperature straordinariamente elevate registrate tra giugno e luglio hanno portato a roghi senza precedenti che stanno distruggendo la flora e la fauna e immettendo enormi quantità di gas serra che contribuiranno ad aumentare ulteriormente il riscaldamento globale.

Li vedi, i telegiornali? Quanto ne parlano, di queste cose?
Rimozione.
Rimozione.
Come se il problema fossero un centinaio di disperati in mezzo al mare. Da tenere lì, in ostaggio al nichilismo convulsivo di un politico oramai preda e vittima del suo delirio di impotenza.
Si, hai letto bene: delirio di impotenza. La versione inversa di quello freudiano.
Non c'è limite, al peggio.

Sapendo che i migranti economici e climatici – non c'è nulla da fare, è questione darwiniana – saranno sempre di più. Sempre, sempre di più. E un giorno saremo, anzi già lo siamo, noi.

Ieri sono sceso al mercatino dell'antiquariato, che periodicamente tengono in questo piccolo borgo montano dove mi trovo in questi giorni. Non ho saputo resistere a due acquisti: una piccola ocarina artigianale, a 5 fori con un suono strepitoso. Anche se finora l'unico effetto che ho sortito è stato quello di terrorizzare la mia gatta, che adesso mi guarda come vedesse un mastino napoletano.

Il secondo acquisto, un raro libro di proverbi veneziani. Spassosissimo.
Senti questo:
“I morti verze i oci a i vivi”
(I morti aprono gli occhi ai vivi)

E questo:
“La consolazion del pitoco, l'è vedar el miserabile”
(La consolazione del povero, è vedere il miserabile)

E infine questo:
“Co i ladri se fa la guera, segno che i xe d'acordo”
(Quando i ladri si fanno la guerra, segno che sono d'accordo)

Ah, non te l'ho detto, ma lo sai che ancor oggi mia figlia ogni tanto mi fa:
"Papi: ma allora 'sto famoso Piero... xèo morto si, o no?”.

Eh? Dici abbia voglia di prendermi in giro?

          - ogne scarrafone è bell' a mamma soja -


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PALLONI SGONFIATI

9/8/2019

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Dimmi che non hai mai giocato al “Gioco dell'Oca”.
Non ci credo.
La cosa più spassosa (prova a negarlo!) era quando, a un passo dal traguardo, uno (un altro, non tu, chiaramente) arrivava alla casella “torna da capo”. Che spasso!

E quando in classe ne combinavi una di grossa, che l'insegnante si incavolava di brutto, e la nota sul registro se la beccava quell'altro, del tutto ignaro e innocente?

Invece qua c'è poco - molto poco - da ridere.
Perché?
Perché “quell'altro” siamo noi.
Sei tu, sono io.

“Schadenfreude”. I tedeschi la chiamano così.
Schadenfreude.
E' un'emozione per la quale non abbiano un termine, nella nostra lingua.
“Schadenfreude”.
In italiano, è intraducibile.

Potremmo definirla come “la gioia per le disgrazie altrui”.
Grazia Aloi, psicanalista a Milano, in un suo articolo l'avvicina al sadismo. Una sorta di compiacimento malevolo verso il prossimo, derivante dalla “considerazione di scarsissimo valore di sé che si riflette nella consolazione - molto spesso errata - che anche il sé degli altri sia scarso e non degno”.

Lo ripeto: qua invece c'è poco - molto poco - da ridere.

Già, perché “quell'altro” siamo noi.
Sei tu, sono io.

Hai presente quando uno va al governo promettendo mari e monti, sputando addosso a chi ha governato prima, a chi si è assunto l'amaro compito del Cireneo dovendo adottare misure economiche impopolari per evitare che il paese sprofondasse nel baratro della recessione economica?
Hai presente quando forma una coalizione di comando con quell'altro che alimenta odio e pregiudizi a nastro - sulla base di problematiche reali, per carità! - ma che si affrontano e gestiscono con intelligenza, competenza e tanto equilibrio, piuttosto che slogan populisti che a breve termine si rivelano solo bolle di sapone?

Hai presente quando vai in pizzeria e tu quella sera hai deciso (più che altro devi) restare leggero perché non vuoi (non puoi) spendere più di tanto? La rata del mutuo in arrivo, le tasse scolastiche dei figli... Bene, quell'altro che ti ha invitato (pensavi offrisse lui, in verità, l'aveva lasciato intuire) ordina invece quattro birre – e delle più costose – poi la pizza “special” con doppia farcitura, bis di dessert per sé e tutta la sua famiglia, amaro e caffè corretto, gelati extra per i figli (tu eri rimasto alla margherita) e poi ti dice “si paga alla romana, no?”.

Adesso ti propongo un'operazione matematica. Quelle che in algebra si chiamano “equivalenze”.
Una serie di piccole equazioni, insomma. Roba da scuole medie, dài.

4 birre : 5,6 miliardi di euro per rifinanziare quota100 = x : aumento dell'IVA

Porzione doppia di tiramisù : 30-40 miliardi per finanziare la Flat Tax = y : sforamento di bilancio

“Tanto-paghi-tu” : gestione dei flussi migratori = z : decreto sicurezza bis

“Xe finìi i schéi” : 23 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA al 25,6% = q : mancata crescita del PIL

Le soluzioni?
Tranqui.
Hai almeno due mesi per pensarci.

Pensiamoci tutti, e bene.

       - non voglio mica la luna -


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FORZE DI SICUREZZA

7/8/2019

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Cosa accomuna un simpaticissimo personaggio dei cartoni animati, un medico dell'Aereonautica ufficiale sanitario, e un capitano della Marina Militare Italiana?

In un post di qualche tempo fa, una mia collega specializzata e formatrice in Emotionally Focused Therapy proponeva queste quattro situazioni-tipo, inevitabili nella vita quotidiana, specie per chi ha a che fare con i bambini:



“Cos'ha bisogno di sentirsi dire, un bambino arrabbiato?”
  • Sono qui con te
  • Vedo che è dura, per te
  • Cosa sente il tuo corpo, in questo momento?
  • Sentire rabbia è ok, in questo momento
  • Io ti terrò al sicuro

“Cos'ha bisogno di sentirsi dire, un bambino triste?”
  • Sono qui con te
  • Va bene, adesso, sentirti triste
  • Hai voglia di parlare di ciò che ti rende triste?
  • Piangere fa bene. Hai voglia di una coccola?
  • Anch'io mi sento triste, talvolta

“Cos'ha bisogno di sentirsi dire, un bambino in ansia?”
  • Sono qui con te
  • E' normale, sentire questo
  • Cosa prova il tuo corpo, in questo momento?
  • Puoi dirmelo, se vuoi
  • Vuoi che elaboriamo un piano, assieme?

“Cos'ha bisogno di sentirsi dire, un bambino deluso?”
  • Sono qui con te
  • E' normale sentirsi così deluso, in questa situazione
  • E' dura, quando le cose non vanno come avremmo voluto
  • Ti ascolto
  • A volte le cose sembrano ingiuste

Bello, no? Chi non si sentirebbe in un “porto sicuro”, quando qualcuno ci accoglie, ci ascolta, ci ascolta e ci protegge così'
E - ci hai fatto caso? - in ciascuna di queste situazioni trovi un denominatore comune: “Sono qui con te”.

Anche nella terapia di coppia, l'indice del benessere/infelicità verte tutto attorno a queste due parole: “Ci sei/non ci sei mai”. Da adulti, come nell'infanzia.
Siamo programmati così: all'attaccamento, a una “base sicura”, che ci vuoi fare?

Bing Bong è un pirotecnico elefantino rosa, immaginario amico d'infanzia della protagonista, che nel film "Inside Out" (Pixar Animation Studios, 2015) a un certo punto si sacrifica e accetta di scomparire nel pozzo dei “ricordi perduti” per permettere a Gioia di poter raggiungere la centrale dei comandi dove risiedono le emozioni della bambina.
In questo film il regista Peter Docter, già autore e sceneggiatore di altri capolavori come Up, Toy Story, Monsters & Co., ha deciso di rappresentare le emozioni e il modo in cui influenzano il comportamento.
Il gesto eroico di Bing Bong sta tutto in quei tre minuti di video che continuano a far scorrere fiumi di lacrime, in chi li guarda.

Pietro Bartolo è un medico chirurgo, laureato all'Università di Catania, specializzato in ginecologia. È sposato e ha tre figli. Nominato nel 1988 responsabile del gabinetto medico dell'Aeronautica militare a Lampedusa, nel 1991 è ufficiale sanitario delle isole Pelagie. Nel 1993 diviene responsabile del presidio sanitario e del poliambulatorio di Lampedusa, dipendenti dall’ASP di Palermo.
Vice sindaco e assessore alla sanità dal 1988 al 1993.
Dal 1992 si occupa anche delle prime visite a tutti i migranti che sbarcano a Lampedusa e di coloro che soggiornano nel centro di accoglienza.
Nel marzo 2011 è stato nominato coordinatore di tutte le attività sanitarie nelle Isole Pelagie. Nonostante qualche settimana prima fosse stato colpito da un'ischemia cerebrale, è stato in prima fila nei soccorsi ai sopravvissuti del Naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 di un peschereccio carico di oltre 500 migranti, in cui persero la vita 368 persone.
Nel suo libro “Le stelle di Lampedusa” (Mondadori, 2018) trovi storie – non sono racconti, ma testimonianze – come questa:

«C’era questa ragazza madre arrivata a Lampedusa, che aveva perso l’uso delle gambe. Mi aveva detto che l’avevano violentata fino a paralizzarla. Era arrivata con un bambino. O almeno, pensavo fosse un bambino.
Quando le mie infermiere l’hanno lavata e pulita mi hanno detto che era una bambina.
Alla mamma, che era in condizioni ai minimi termini, non pesava più di 30 chili, le abbiamo messo le flebo. La bambina, ogni volta che mi avvicinavo alla mamma, mi aggrediva.
Quando le abbiamo dato i biscotti, lei non li ha mangiati. Li ha sminuzzati e imboccava la mamma come un uccellino.
Era da 6 mesi che si prendeva cura di sua mamma. E quando le mie infermiere l’hanno lavata, hanno trovato un gruzzolo di soldi su quella bambina, immaginate dove…
Aveva 4 anni, pensate. Quando l’abbiamo portata a Palermo, perché la madre doveva andare in ospedale, come facciamo con tutti i bambini, le abbiamo dato un giocattolo in regalo. Lei non l’ha voluto. Non era più una bambina».

Gregorio De Falco, ufficiale della marina Militare Italiana, si è laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Milano. Nel 1994 vince il concorso per entrare nel Corpo delle Capitanerie di Porto a Livorno. Frequenta i nove mesi di corso all'interno dell'Accademia navale.
Con il grado di Tenente di vascello, ricopre il ruolo di Comando a Santa Margherita Ligure, dove rimane dal 2003 al 2005.
Nel gennaio 2012 diviene celebre per i suoi interventi esortativi durante il drammatico naufragio della supernave da crociera Costa Concordia, registrati e diffusi da moltissime trasmissioni televisive. Interventi nei quali dapprima esorta, poi impone al comandante Schettino di tornare a bordo. Di non di fuggire come un vigliacco dalla nave che con una manovra stupida e temeraria aveva fatto affondare, causando la morte di 32 persone e mettendo a repentaglio quella di migliaia.

Eletto alle ultime votazioni politiche italiane nelle fila del partito che si è presentato come quello dell'Onestà. Ne viene espulso in data 31 dicembre 2018 assieme ad altri tre eletti - su decisione dei probiviri - per "reiterate violazioni del codice etico”.
In cosa consistette la sua colpa?
Aver deciso di astenersi in occasione del voto di fiducia per il cosiddetto “Decreto Sicurezza”.
Il comandante De Falco così ha commentato: “Mi dispiace molto e non me lo aspettavo. E’ una decisione abnorme e incostituzionale. Confidavo nel fatto che ci fosse uno spazio di democrazia che invece, a quanto pare, non c’è. Avrebbero voluto che la votassi a scatola chiusa”.

Due giorni fa, in occasione del nuovo voto di fiducia per la versione Bis del medesimo decreto, così si è espresso, rivolgendosi ai colleghi del partito che lo ha eletto:

“Il vero intento di questo provvedimento è creare la morte delle persone come deterrente.
Lo dico da uomo di mare. Aumentando la probabilità di morire in acqua, in realtà si spera che la gente non parta, ma dobbiamo avere consapevolezza che a chi fugge da morte certa anche la speranza di rimanere in vita è sufficiente per affrontare il pericolo.
Questa volta votate secondo coscienza, non secondo l’ordine di scuderia. Abbiate la schiena dritta perché questa è una norma criminogena, mortifera”.

Com'è andata a finire?
Il decreto è passato al senato per la conversione in legge con 160 voti.
56 voti provengono dal partito promotore del decreto cosiddetto “Sicurezza Bis”. Partito del quale per ora l'unica sicurezza giuridica (ribadita ieri con sentenza della Corte Costituzionale) è la confisca di 49 milioni di euro in rimborsi elettorali utilizzati per fini illegittimi grazie alla falsificazione dei bilanci dal 2008 al 2010.
3 voti da altri senatori.
101 dai senatori del Partito dell'Onestà.
Centouno, cinquantasei.

In coscienza ed esperienza, io ritengo che la vera sicurezza, anche dal punto di vista psicologico, si fondi sul coraggio. Quello che trovi un una “base sicura”, giusto per citare l'amato John Bowlby.
Una sicurezza che nasce dalla fiducia in un legame forte, in una presenza che incondizionatamente è lì, con te.

  • Sono qui con te
  • Vedo che è dura
  • Io ti terrò al sicuro
  • E' normale, sentire questo
  • Ti ascolto
  • Cosa prova il tuo corpo, in questo momento?
  • Puoi dirmelo, se vuoi
  • Vuoi che elaboriamo un piano, assieme?
  • A volte le cose sembrano ingiuste

Altri sbraitano di minacce, paure create e alimentate ad arte, solo allo scopo di generare insicurezza.
Che è l'esatto opposto.
Che alla fine produce esattamente ciò che cercano: una sociopatia diffusa, dove ognuno si rinchiude egoisticamente entro i meccanismi difensivi della chiusura, del sospetto, del pregiudizio, della morte del senso morale.
E' molto più facile, comandare un popolo che hai ridotto in questo stato.

Otto Kernberg, Erik Erikson, Jean Piaget.
In questi tre autori - come in altri appartenenti al filone della cosiddetta “Psicologia dell'Io” - ricaviamo una descrizione del percorso di maturazione dall'egocentrismo infantile alla capacità generativa, tipica dell'età adulta.
In uno schema, è riassumibile brevemente così:

Foto
Da bambini prevale l'egocentrismo. E' vitale. E' darwiniano.
Se il bimbo piccolo non frigna quando ha fame-sete – pipì- popò- sonno ecc..., manco sopravvive.

L'adolescenza è l'età dei grandi sogni, dei primi innamoramenti. Si comincia a “uscire dal bozzolo” dell'egocentrismo. Ti devi impegnare, se vuoi che l'allenatore ti metta in squadra. Se non studi, non vieni promosso. Certo, le “quote in ingresso” di vitto e alloggio, ad esempio, devo venire ancora garantite. Dai genitori, obviously.

Solo nella maturità psicologica tipica dell'età adulta si diviene in grado di “prendersi cura” dell'altro. In una relazione di coppia stabile, ad esempio. O nell'essere genitore. O più semplicemente educatore, responsabile, caporeparto.

Vabbè, è ora di finire anche questo post.
Sempre troppo lunghi, mi vengono, mannaggia...

Che poi qualcuno, nonostante fosse in “missione per conto di Dio” e con fini assolutamente benefici (salvare un orfanotrofio) ci è davvero finito, in carcere.

Te li ricordi?

              - Everybody Needs Somebody To Love -

https://www.youtube.com/watch?v=CCTt4gvt6e4

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    Noneto Circin

    La parola, il suono, l’immagine, sono l’oggetto dei miei interessi nel tempo libero. 
    A volte, tentano di diventare voce. 
    Nella scrittura, nella musica, nella fotografia. 
    Per passione, per divertimento.
    Insomma, per una delle cose più serie nella vita: il gioco. 
    Tramite i tasti di un pianoforte, una penna che scorre veloce, le lenti di un vecchio obiettivo. 

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