
E molti altri nomi. Troppi.
Dopo l’ennesimo crimine, ora da diverse e opposte sponde pure i politici si ritrovano d’accordo. Per voce delle donne, Elly e Giorgia in primis: "Sui femminicidi dobbiamo fare di più. Tutti insieme".
La procuratrice del tribunale di Napoli, che indaga sul recente caso della quattordicenne di Afragola, davanti alle telecamere lancia questo messaggio: “Genitori, educate i vostri figli. Bisogna, e può apparire una frase scontata, mettere in campo delle azioni a monte a livello sociale, nelle scuole, nelle famiglie”.
Il papà dell’assassino reo confesso, dice: "Alessio era innamorato di Martina. Vederla chattare con un altro l'ha sconvolto. Chiedo scusa, la mia famiglia e' distrutta.”
“Educare”.
“Alessio era innamorato”.
Ecco, io penso che si debba cominciare dalle parole. Dal senso, dai significati.
Tenendo presente che quando parli dell’amore, ti inoltri in un bosco a tratti oscuro, indecifrabile.
Vi si smarrisce, chi intende per educazione un’operazione simil-ortopedica.
Invece solo chi l’ha davvero vissuto, lo sa: l’esperienza dell’innamoramento rende inutilizzabili le categorie della logica, del buon senso, dell’astratta razionalità. Pagine e pagine di letteratura; prima ancora i miti greci; la quotidiana esperienza dell’analisi e della clinica psicoterapica lo ricordano, lo confermano, lo ribadiscono: pulsione e desiderio non ci stanno, negli assi cartesiani.
Eros e Poseidone; Paolo e Francesca; Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein.
Cominciamo dalle parole. Dai significati.
Magari insegnando a distinguere l’innamoramento dall’infatuazione.
Lo ricorda Vito Mancuso, in quel bel lavoro intitolato “Io Amo. Piccola filosofia dell’amore”.
“Occorre distinguere bene l’innamoramento dal fenomeno che con esso presenta molte analogie, ma ne differisce radicalmente quanto all’essenza, e che chiamiamo invaghimento o anche infatuazione, sbandata, cieca passione. Nell’innamoramento, l’onda del colpo di fulmine colpisce quella parte della mente tradizionalmente chiamata cuore. L’invaghimento invece interessa un’altra parte della mente, ben distinta dal cuore, dalla quale promana il desiderio detto concupiscenza, volontà di possesso”.
“Quindi, la persona innamorata trasfigura l’intera personalità della persona amata, la persona invaghita invece ne ingigantisce la carica erotica.
Così oggi tutti dicono amore, ma i più intendono invaghimento. Agiscono sull’altro per sedurlo, e non sanno che l’amore al contrario esige che si agisca su di sé, preparando la propria persona in corpo e anima per generare la nobiltà richiesta dall’amore”.
L’innamoramento è una potente alterazione dello stato di coscienza, probabilmente necessaria a quella “follia” che accompagna ogni promessa d’amore. L’innamoramento trasfigura. Come avviene nell’arte. Questo fenomeno non cessa mai e accompagna anche l’amore maturo, quando appaiono le rughe della vecchiaia, perché se queste vengono guardate da un occhio che ama acquistano un valore diverso, come i volti dei vecchi nei dipinti di Rembrandt. L’arte sa trasfigurare anche la decadenza fisica, il dolore, la malattia, la pena, la miseria. E lo stesso sa fare l’amore autenticamente tale.
"La donna si fa con l'età più bella, ma sa a vedersene solo colui che ama".
Questa l’affermazione di Søren Kierkegaard, filosofo danese, celebre per la sua intensa e tormentosa relazione con Regine Olsen, un amore che definì come impossibile e che ebbe un profondo impatto sulla sua filosofia e sulla sua vita.
Eros come attrazione del corpo.
Philìa come attrazione del sentimento.
Agàpe come attrazione dello spirito.
Proviamo a combinarli?
– sola attrazione del corpo: amore erotico;
– attrazione del corpo e della psiche: amore sentimentale;
– attrazione del corpo, della psiche e dello spirito: amore completo integrale;
– sola attrazione della psiche: amore romantico, detto anche platonico;
– attrazione della psiche e dello spirito: amore idealizzato, tipico delle grandi amicizie;
– sola attrazione dello spirito: amore universale tipico della vita religiosa e dell’impegno nel sociale;
– attrazione dello spirito e del corpo: mera possibilità teorica.
Che fare quindi nelle scuole, in famiglia, se l’educazione all’amore, per essere tale, deve attraversare una selva intricata dove sentimento, passione, desiderio e valori dell’etica si avviluppano e con-fondono?
In una generazione in cui del sesso, per i ragazzi a partire dagli 11-12 anni, la prima agenzia informativa è costituita da YouPorn? Trovi che si parli di sentimento, di innamoramento e amore, nei siti pornografici?
Davvero senza saper raccontare ai nostri ragazzi “storie d’amore” potenti ed evocative li libereremo da quella esondante serie di disturbi ansiosi e di isolamento sociale che le neuropsichiatrie si trovano con esponenziale aumento a dover gestire?
L’ansia di separazione dallo smartphone e la connessa paura di rimanere esclusi da esperienze condivise sui social (nomofobia, "NO mobile phobia").
L’ossessione per il mangiare sano e naturale (ortoressia).
L’ossessione del corpo tonico costruito in palestra (vigoressia).
L’ossessione di sostituire le calorie degli alimenti con quelle dell’alcol (drunkoressia).
Potremo vincere questa spirale ego-centrica e inevitabilmente sterile rispetto a ogni forma di generatività senza saper raccontare della potenza trasfigurativa dell’amore?
Preferisco lasciar voce al poeta:
Nuda sei semplice.
“Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.
Come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.”
(Pablo Neruda, Soneto XVII)
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