
D’altronde, era l’epoca in cui Francesco Guccini, barba ancora nerissima così come la sciolta lunga chioma alle spalle, intonava “Il Vecchio e Il Bambino” accompagnato dal fido Juan Carlos “Flaco” Biondini alla chitarra. “Capellone” pure lui.
Chissà adesso Guccini, che vecchio è diventato anch’egli, se un qualche nipotino cui raccontarla ce l’avrà, quella struggente fiaba in musica.
Poi sono arrivate, inesorabili quanto imprevedibili e devastanti, quelle di qualche amico. Giorgio, prima di tutti. Più avanti, molto più avanti, qualche parente, e mio padre.
“Lunga e diritta correva la strada…” terribili, quelle notizie cui nessuno voleva credere, che hanno riguardato qualche studente che solo il giorno prima avevo tra i banchi di scuola. Sa di scandalo, di ingiusta ignobile violenza, il veder strappata al futuro una vita tutta carica di speranza, di pagine bianche tutte ancora da riempire.
Si, per chi ce l’ha, la fede religiosa un qualche conforto lo tenta. E le riflessioni dei filosofi per i quali rappresenta l’unico vero grande “tema”. Partendo dal greco Epicuro con la sua atarassia a rimedio delle passioni inutili, fino agli esistenzialisti dell’età contemporanea. Passando per Nietzsche, Schopenhauer, Camus…
Ci ho dedicato pure la tesi di laurea. Mi sembrava che la psicologia, dopo aver ficcato il naso con Freud e i suoi epigoni fin dentro le mutande della gente, non potesse esimersi dal problema numero uno. “Che cosa resterà di me? Del transito terrestre? Di tutte le impressioni che ho avuto in questa vita?”.
Qual è il punto, oggi, consapevole di aver lasciato alle spalle il valico di metà percorso?
Risposte buone, soluzioni soddisfacenti?
“Blowin’ the wind”, come in questo forte temporale estivo, che soffia fremendo e senza possibilità di contenzione. Attraverso una mattina d’estate, di vacanza al mare, che invece mi costringe a scrivere.
No, l’enigma rimane. Con tutti i suoi misteri. Gli interrogativi irrisolti, gli strappi duri a rammendare.
Un desiderio, questo sì.
Che quando giungerà quell’ultima fermata, questa vita – così fragile e preziosa – io possa dire di vissuta. Intensamente, senza sconti. Errori e risalite comprese.
Pienamente.
Amata, morsa, rincorsa; perduta e ritrovata; abbracciata allo spasmo.
Tenuta stretta, e poi lasciata andare.
https://youtu.be/cFw0exi_YrA